La scuola primaria e secondaria di primo grado

a cura di maestra Sara

Non si vede bene che con il cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi

Imparare attraverso il bello

Con l’inizio del secondo settennio, dal gioco, attraverso la bellezza, si passa al lavoro! Ora il bambino sperimenta in modo vivente la bellezza del mondo: questa è la strada maestra dell’educazione.
Iniziando a vivere l’esperienza del bello attraverso l’arte, il bambino risveglia pian piano la sua immaginazione e la capacità di trasformarla in pensiero vivente. Il mondo viene infatti compreso per immagini, scoprendo i fili che collegano le cose tra loro e all’uomo stesso. Ciò permette di comprendere quanto esse esprimono prima di venire definite e analizzate, in modo tale che, al momento giusto, arte e scienza si congiungano rendendo visibile il Vero.

L’approccio interdisciplinare ed esperienziale dell’insegnamento accompagna gli alunni de “Il Piccolo Principe” in un percorso educativo dalla I alla VIII classe. L’obiettivo è quello di infondere negli alunni un amore longevo per la conoscenza, nel rispetto delle loro tappe evolutive.

Il piano di studi in sintonia con le tappe evolutive

La pedagogia Waldorf si fonda sulla profonda conoscenza dell’uomo nel suo percorso evolutivo. Compito dell’educatore è quello di assecondare il formarsi del corpo e dell’anima dell’alunno in modo che la sua individualità, unica al mondo, possa un giorno esprimersi nella sua completezza.
“Educare”, dal latino “ex ducere”, significa tirare fuori, ovvero far venire alla luce qualcosa che è nascosto; mettendo in pratica la profonda saggezza che si trova nel piano di studi della scuola Waldorf, l’insegnante predispone il terreno affinché i talenti di ogni singolo alunno possano emergere ed essere messi al servizio dell’altro.

Pronti!

Nel passaggio dal primo al secondo settennio il bambino è pronto per immergersi con entusiasmo in tutto ciò che lo circonda. Il suo rapporto con il mondo passa attraverso la mediazione del maestro, che rappresenta per lui una figura nella quale riporre tutta la sua fiducia. È con sentimento di profonda devozione che il maestro accompagnerà i fanciulli ad apprendere dalla vita stessa parlando la loro lingua, ovvero quella dell’immaginazione.

Io e tu

La tensione tra ciò che è bene e ciò che è male è un aspetto che emerge nell’animo del bambino di seconda classe. Ha necessità di riconoscere il giusto e il buono e per sostenerlo il maestro gli porterà incontro il meraviglioso mondo delle fiabe e della vita dei santi, attraverso il quale potrà ritrovare il valore della lealtà, del sacro e della fratellanza. Questo crea una coesione nuova che può ora accogliere anche le diversità, i caratteri che sempre più si vanno manifestando all’interno del gruppo classe.

Chi sono io?

I bambini di terza classe diventano più indipendenti e curiosi. Si manifesta un senso di separazione dal mondo che sottolinea la presa di coscienza della propria individualità; ciò può essere accompagnato da una sensazione di paura e solitudine. Per affrontare questa fase cruciale, il maestro narra ai bambini i miti della creazione, nei quali troveranno risposte alle loro domande esistenziali, una fra tutte: “chi sono io?”. Inoltre con l’esperienza pratica dei mestieri antichi, il fanciullo coglie il valore dei differenti talenti degli uomini e dell’importanza della loro collaborazione. Tutto ciò favorisce l’acquisizione di un forte senso dell’unità sociale della classe.

Il pensiero oggettivo e la consapevolezza emotiva

Lo sviluppo della propria individualità, iniziato con la crisi del nono anno, continua in quarta classe portando negli alunni una sempre maggiore percezione di sé e delle proprie emozioni. Il pensiero diventa più oggettivo e i fanciulli acquisiscono più consapevolezza per affrontare nuove materie, tra cui la geografia, che favorisce le connessioni tra lo spazio, il tempo, la cultura e l’individuo, e la zoologia in rapporto all’antropologia, per mettere in evidenza le qualità dell’uomo rispetto alla natura del mondo animale. Per sostenere questo nuovo livello di maturità si propone anche lo studio dei miti nordici, volti a trasmettere i pro e i contro del libero arbitrio.

Conosco me stesso in relazione agli altri

La quinta classe è un periodo di armonia ed equilibrio, i bambini sono a loro agio con se stessi e con la modalità con cui si relazionano con il mondo. Questo rappresenta una meravigliosa opportunità di apprendimento. Il pensiero si fa più sistematico e l’osservazione più scientifica, permettendo l’introduzione di nuove materie come la geometria e la botanica. Il programma didattico riflette questo cambiamento passando dal mito alla storia. Gli scolari sono accompagnati in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio: dall’antica India, alla Persia, passando per l’Egitto, approderanno sulle coste dell’antica Grecia. È proprio nell’uomo dell’antica Grecia che gli alunni si rispecchiano, poiché colgono nella propria corporeità l’armonia e la bellezza del divino, come accadeva nella cultura di allora. L’aspetto sociale si rafforza riconoscendo il valore di ogni individualità e la classe diventa una polis, in cui ognuno si sente “cittadino” attivo.

Tra egoità e senso di appartenenza

Con l’avvicinarsi della pubertà gli studenti di sesta classe cercano un equilibrio tra la loro individualità e il desiderio di appartenenza, attraversando un periodo di trasformazione fisica e di lotta interiore: l’armonia della 5° classe è ormai lontana. Il giovane adolescente è in continua oscillazione tra l’accogliere e il respingere il mondo e il giudizio diventa unilaterale. Per dare una giusta direzione e forma a questi impulsi così contrastanti, il piano di studi porta loro incontro il mondo dell’antica Roma: l’alunno si riconosce nella grande eccentricità degli imperatori di allora e si confronta con la legge, costituita da diritti e doveri. Anche le lezioni di fisica e mineralogia ora introdotte, rispondono alle necessità del ragazzo di sperimentare i nessi causali dei fenomeni della natura, sviluppando oggettività e un sano senso critico.

L'apprendimento esplorativo

I ragazzi di settima classe sentono il bisogno di esplorare i limiti ed esprimere le proprie opinioni. Per molti ragazzi questo è il momento di mettere in discussione l’autorità, sfidare le convenzioni e affermare la propria indipendenza. Nella loro interiorità oscillano continuamente fra bene e male, lottano tra luce e tenebra; per questo è particolarmente importante che si instauri un dialogo tra soggettività e oggettività: la prima è mutata dal sentimento, mentre la seconda dai fatti. Per supportare il pensiero oggettivo si porta loro incontro un apprendimento basato il più possibile sull’esperienza diretta, motivo per cui viene ora introdotta la chimica. Il periodo del Rinascimento e delle grandi scoperte geografiche ben si allinea con la loro voglia di indipendenza e sete di approdare a nuovi orizzonti, non solo più terreni ma anche celesti: è il momento dell’epoca di astronomia.
Proprio come la stella Polare indicava agli esploratori la via verso la meta, così gli educatori, nel delicato passaggio verso la pubertà, hanno il compito di essere degne guide che indichino e illuminino la strada da percorrere.

Pronti per volare

L’ottava classe è chiaramente un anno cruciale nella vita dei ragazzi: è il culmine dell’infanzia e il trampolino di lancio verso la prima età adulta. Si chiude un lungo percorso in cui l’alunno raccoglie le esperienze e le capacità acquisite, ne prende consapevolezza e ne farà strumento per una ulteriore evoluzione durante il terzo settennio. Una maggiore autonomia e responsabilità viene ora loro richiesta divenendo membri attivi della comunità scolastica mettendo in pratica progetti dettati dalla loro creatività e prendendosi cura dei bambini delle prime classi, per i quali diventano dei veri e propri punti di riferimento.
Il programma di ottava porta gli studenti dal passato ai giorni nostri, con un viaggio attraverso la storia contemporanea, la letteratura del Novecento, la storia dell’arte e della musica. Il percorso scolastico verrà coronato da un intenso lavoro sociale che li vedrà impegnati nel portare in scena un’opera teatrale, prendendone in considerazione ogni aspetto: testo, costumi, musiche, luci, locandina.
Il progetto cardine che conclude questo ultimo anno è l’elaborazione di una tesina: gli studenti propongono un argomento, si attivano nella ricerca interfacciandosi con un mentore per poi presentarla a insegnanti, genitori e compagni.
L’insegnate stringe ora la mano di quei ragazzi per salutarli, ragazzi coi quali per otto anni ha condiviso un cammino di crescita, instaurando un rapporto profondo di reciproca stima e fiducia, che porterà i suoi frutti anche in un lontano futuro.

Un posto speciale per l’euritmia

L’euritmia è molto importante per lo sviluppo dell’essere umano: tramite movimenti nello spazio e ben precisi gesti, vengono portate alla luce e rese visibili le forze nascoste nel Suono musicale e nel Suono della parola, rendendo così visibili il linguaggio e il suono musicale attraverso il movimento del corpo. La pratica di questi movimenti sani rende i bambini più gioiosi nel movimento, più coordinati, più svegli e più a loro agio con se stessi e con gli altri. Il camminare, l’essere diritto, il rapportare braccia e gambe in armonia nei gesti, con movimenti pieni di significato, li aiuterà a saper meglio pensare da adulti. Con l’euritmia viene data spazio all’espressione della propria anima: questo viene proposto concretamente tramite poesie, fiabe, musiche adatte all’età e alle varie fasi di sviluppo del bambino.

L’educazione passa attraverso l’arte

Le attività artistiche suscitano ad ogni età un’ampia gamma di esperienze interiori: ognuna di esse prende una determinata forma e un preciso colore nella complessità dell’opera che bambini e ragazzi sono chiamati a realizzare nelle lezioni settimanali d’arte. La profonda interazione tra lavoro fisico e lavoro psichico fa sì che l’alunno possa divenire via via sempre più sensibile agli impulsi che provengono dall’intimità, permettendogli di coglierne ogni minima sfumatura e arricchendo così la vita dell’anima. Tale processo permette al corpo stesso di divenire organo armonico e flessibile, pronto ad accogliere e riconoscere tutta la bellezza dell’essere umano. Pittura ad acquerello, modellaggio di cera e creta, chiaroscuro e lavorazione del legno non sono che una parte di quegli strumenti che il ragazzo, attraverso la sapienza del piano di studi, imparerà a fare suoi.

La lingua si impara giocando

Una delle scoperte più importante che una persona umana deve fare cammin facendo è che si possa – fare, vivere, vedere, capire, … – anche in altro modo. Chi non l’ha fatta rimane nel suo piccolo spazio egocentrico e fa fatica a intuire il punto di vista altrui, anzi, non ha esigenza di intuirlo. Perché fare? Lui o lei sa già molto bene, che cosa è vero. La scuola Waldorf sin dalla prima classe offre ai bambini e ragazzi la possibilità di entrare in due mondi diversi oltre alla lingua madre: nei mondi di due altre lingue, che possono essere due lingue straniere oppure, in una realtà plurilinguistica, un’altra lingua locale e una lingua straniera. Le lingue, almeno durante i primi anni scolastici, non si “studiano”, ma vengono percepite giocando, cantando, recitando in tutta la loro bellezza e vivacità, ciò permette agli alunni di sviluppare le capacità percettive a tanti i livelli: a livello acustico, emozionale e intellettuale.

E adesso musica!

“Aprire le strade dell’udito”, così si chiama uno dei più significativi libri dedicati all’apprendimento e insegnamento di musica nelle scuole Waldorf. Ciò che ci manca nel mondo rumoroso e frettoloso è il silenzio e l’ascolto, la capacita di concentrarci e diventarci tutto orecchio. Durante le lezioni di musica in una scuola Waldorf si canta e si gioca, si suonano strumenti diversi e ci si muove, con lo scopo di aiutare bambini e ragazzi a sviluppare l’attenzione, a creare uno spazio interiore di calma e silenzio, favorendo al contempo il rispetto dell’Altro e del suo ricco mondo interiore.

Il lavoro manuale per il sostegno del pensiero logico

Il lavoro manuale sviluppa la motricità fine del bambino, fondamentale per favorire altre abilità dell'essere umano, come ad esempio lo sviluppo della lateralità, la consapevolezza dello spazio, ecc. Inoltre, grazie alla sua pratica sempre presente e costante nella scuola Waldorf, il lavoro manuale partecipa alla conformazione del cervello e del sistema neuro-sensorio.
Le attività di lavoro manuale tipiche della scuola Waldorf sono: lavoro a maglia e uncinetto, lana cardata, intaglio del legno, modellazione di cera e creta, cucito ecc...
Tali attività, nella scuola, vengono proposte agli alunni, sia maschi che femmine, rispettando i loro processi di crescita per cui, a seconda del momento evolutivo del bambino, viene proposta una determinata tecnica ed uno specifico manufatto da realizzare.

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